Sarà che la Romagna non è poi così lontana dall’Emilia, la piadina già pronta è sempre stata disponibile in qualsiasi supermercato, così come i cascioni (o cassoni, o crescioni). Però, la piada, quella buona davvero, si gustava 3 volte l’anno (escludendo eventuali trasferte in Riviera): in occasione delle fiere di paese, arrivavano i “piadinari” dalla Romagna, con i loro camioncini. Il profumo cresceva man mano che ci si avvicinava a piedi, e poi ti ritrovavi là davanti, di fronte al dilemma di dover scegliere.
1. Pesare la farina in una ciotola capiente, unire il sale e il bicarbonato.
2. Incorporare l’acqua gradualmente ed impastare (a mano o in planetaria) fino ad ottenere un impasto piuttosto consistente.
3. Trasferirlo sulla spianatoia e lavorarlo brevemente, fino a renderlo liscio e omogeneo.
4. Ricavare un rotolo lungo circa 30 cm, avvolgerlo nella pellicola trasparente e lasciare riposare per 30 minuti.
5. Tagliare il rotolo in 8 fette e spianarle allo spessore desiderato, cercando di conservare la forma rotonda.
6. Riscaldare un testo romagnolo oppure una padella antiaderente con il fondo ben piatto e, quando è ben calda, posatevi la piada.
7. Forare la superficie della piada con i rebbi di una forchetta, per prevenire la formazione delle bolle, quindi far cuocere qualche minuto e, quando la parte inferiore ha raggiunto la giusta doratura, girarla e cuocere l’altro lato.
8. Servire subito.
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