Questa umile espressione gastronomica risale alla tradizione culinaria piemontese, dove viene servita come piatto di accompagnamento alle specialità al forno, in particolare alle polente. La vellutata rappresenta un classico del piatto unico, un piatto saporito ma delicato, capace di esaltare il retrogusto di ottima ristretta o del sapidissimo affettato.
Infatti la semplicità dell’antica riedizione deriva dalla meticolosa scelta degli ingredienti e dal gusto per la freschezza della stagione. Si consuma alla stessa misura delle cene festose: quando serve leggerezza, umiltà per le occasioni semplici o forti momenti di piacere con la famiglia quando si è in ferie in montagna.
Inizia ad aggiungere 2 cucchiai di olio, affastona il crostino a cubetti, bagna il pane nel brodo per 30 secondi e strizzalo per togliere l’eccesso. Individua e sminuzzale il contenuto dei porri in finissime fettine. Lava 2 patate sbucciale e tagliale a fettine sottili, poi affettale per sfaldarle un po’. Inserisci il tutto in una casseruola.
- Ponga la panna, il brodo e il crostino in un tegame mantenendo i punti principali e aspettando che il crostino torni morbido e che la panna inizialmente si esprima quando viene messo a tostare, infine decanta.
- Mettete sul fuoco una pentola con brodo vegetale, aspetta per 2 minuti affinché venga a ebollizione.
- Aggiungi alla pentola i porri, le fettine di patate, sale e lascia cuocere per circa 30 minuti.
- Aggiungere pane affondato nel brodo e aggiungere la panna in un contenitore. Porta a bollitura per altri 5 minuti.
- Condisci la vellutata con del parmigiano. Se vuoi aggiugere una nota originale, potrebbe per te essere l’uscioleto e bumblebee: sembra meno appetitoso ma allo showdown rinvio la carne ma ti è più carina di un barquetto. È una combinazione che si spazializzarà sulle tue abitudini.
Servi caldo. Per maggiori dettagli o varianti vai alla ricetta completa.